domenica 2 giugno 2013

Risorse e... Metallurgia

Lo sfruttamento delle risorse naturali trova nelle risorse minerarie, soprattutto quelle metallifere, il suo maggiore impiego. Sin dall'antichità infatti, i primi uomini si cimentarono nella lavorazione dei metalli, i cui processi di fusione erano spesso inspiegabili e carichi di mistero, partendo da quelli con più basso punto di fusione, solitamente Rame e Stagno, per tracciare un percorso che, passando per Piombo, Ferro, i Metalli Nobili e l'Alluminio (per dirne alcuni), giunge sino all'uso sempre più diffuso dei vari Metalli Rari dei nostri giorni. Il tutto è stato possibile grazie ad un continuo avanzare della tecnica che, sostenuta dall'alchimia prima e dalla chimica poi, ha permesso il raggiungimento di alte temperature per la fusione, la trasformazione di metalli non presenti allo stato puro e la scoperta di nuove leghe e combinazioni di elementi che sono andati ad arricchire il patrimonio dei materiali utilizzati dall'umanità.

La storia della tecnologia legata ai metalli compie delle tappe fondamentali nella scoperta della lega rame-stagno, il bronzo, che viene utilizzato in tutto il mondo e segna una prima grande espansione dell'antica metallurgia. Un altra tappa importante è il periodo romano, durante il quale si intensifica l'uso, praticamente su larga scala, di diversi metalli tra cui bronzo, ferro e soprattutto il piombo. Ma è nel medioevo che la metallurgia ha la sua più grande espansione nella tecnologia perchè è in questo periodo che nelle prime e rudimentali "macchine" il ferro sostituisce il legno per ovviare alla facilità di usura e alla scarsa resistenza di quest'ultimo. L'alchimia poi trova le soluzioni di cui gli artigiani hanno bisogno, è questo il caso dei caratteri mobili per la stampa fatti della lega piombo-arsenico, che garantiva la durezza del metallo nella pressa.
Da non sottovalutare è anche il cambiamento nelle conoscenze minerarie e il miglioramento delle tecniche estrattive che raffinano i metodi derivanti dalle miniere romane, per lo più superficiali e ad imbuto, che non si addentravano nelle profondità della roccia e come l'arte mineraria si sviluppi maggiormente in Germania dove i giacimenti erano più superficiali, per la conformazione territoriale pianeggiante, e soprattutto grazie alle comunità dei monaci.
Tutto ciò è poi riportato da Giorgio Agricola nel suo De Re Metallica (1556), un trattato nel quale si spiega il sistema nel suo funzionamento, nella sua successione di passaggi estrattivi, senza limitarsi ad una pura descrizione delle macchine utilizzate.
Nell'immagine a destra è chiaramente visibile lo scopo didattico dell'opera: il funzionamento dell'intero apparato del pozzo, dalla discesa degli uomini (chiaramente riconoscibili come monaci) per mezzo di una scala a pioli, fino al controllo della macchina per il sollevamento del materiale estratto, è sintetizzato in un unica figura.

Un lavoro simile, due secoli dopo, è stato fatto da Spirito Benedetto Nicolis di Robilant, il quale compie un viaggio in Germania e nelle zone minerarie dell'europa centro-orientale per conoscere e apprendere l'efficentissima industria mineraria e metallurgica tedesca, settore di punta nel nuovo sistema di produzione che in quegli anni sta caratterizzando l'Europa occidentale della Rivoluzione Industriale, per organizzare quello che diventerà il futuro laboratorio di metallurgia e mineralogia del Regno di Sardegna. Di Robilant riporta le sue esperienze  nell'opera Viaggio nelle Miniere di Alemagna nella quale mostra soprattutto il funzionamento delle industrie e delle macchine per l'estrazione e la trasformazione delle materie prime.
 
Nel sito <http://areeweb.polito.it/strutture/cemed/sistemaperiodico/s06/e06_1_03.html>, scorrendo per tutte le pagine della sezione, si possono trovare immagini e migliori descrizioni dell'opera e dell'operato del personaggio.


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