domenica 2 giugno 2013

Risorse e... La Caduta dei Giganti

Nel romanzo di Ken Follett, la Caduta dei Giganti, il tema delle risorse è presente per diversi aspetti.
L'aspetto più evidente è il ruolo delle risorse nella Prima Guerra Mondiale, una guerra che ha come causa, tra le tante, proprio il controllo delle materie prime e risorse naturali necessari per la produzione industriale di ogni genere di bene per le singole nazioni, ma soprattutto per la ricchezza economica di queste, basata essenzialmente sul controllo dei mercati e quindi sui diversi settori produttivi.

Ciò è chiaro nello stralcio seguente dove si fa riferimento alle preoccupazioni dello Zar sul pericolo di perdere il controllo su una zona ricca di risorse e sulle sue vie di comunicazione verso i mercati esteri:

  "«È vero. Ma i russi non possono permettere che l'Austria controlli la regione dei Balcani: devono proteggere la via del Mar Nero.»
Niente da eccepire: per la maggior parte il traffico delle esportazioni russe – mais dalle piantagioni del Sud e petrolio dai pozzi attorno a Baku – partiva dai porti del Mar Nero."
(VII Capitolo, Parte I)

Riporto qui alcuni pezzi in cui si trovano riferimenti all'importanza del controllo delle risorse energetiche:

 "«La Royal Navy sta convertendo le navi dal carbone al petrolio.»
Walter annuì. La maggior parte delle nazioni progredite faceva lo stesso. Il petrolio era meno costoso, più pulito e più facile da gestire; bastava pomparlo nei serbatoi, anziché ricorrere a eserciti di fuochisti neri di fuliggine. «E il petrolio dei britannici arriva dal Messico.»
«Hanno comprato i pozzi messicani per assicurare gli approvvigionamenti alla Royal Navy.»"
(V Capitolo, Parte I)

In questo breve tratto è sintetizzato un passaggio fondamentale della storia delle risorse naturali: la sostituzione del carbone come fonte energetica primaria in favore del petrolio.
Le motivazioni sono state abilmente riassunte dallo scrittore nello stralcio riportato; va sottolineato però che per l'ennesima volta nella storia il progresso tecnologico è derivato da una necessità che, in questo caso, come nella stragrande maggioranza degli altri casi, è una necessità bellica.
Rendere la flotta navale più facile e veloce da rifornire é solo il primo passo verso la conversione quasi totale della produzione di energia dal petrolio: alcuni studiosi classificano questo cambiamento come Seconda Rivoluzione Industriale, che trova come risorsa energetica più importante propro il petrolio, che ripone nell'elettricità la forma di energia più accreditata e organizza il proprio sistema produttivo secondo il Taylorismo.


 Tra le cause della conclusione del conflitto, con la disfatta degli imperi centrali, vi è proprio la mancanza di risorse necessarie all'approvvigionamento degli eserciti, del sistema produttivo e della popolazione di questi ultimi. Ciò dovuto al loro isolamento geografico e maggiormente al blocco navale imposto dalla marina Britannica alle flotte degli Imperi Centrali, soprattutto a quella Tedesca.
L'immagine sottostante mette in chiaro la situazione di accerchiamento dell'Impero Austro-Ungarico e di quello Tedesco, i cui scambi commerciali via mare potevano essere facilmente ostacolati dall'Intesa col controllo del Mar Mediterraneo e del Mare del Nord.


Negli stralci qui riportati è visibile il tentativo, per lo più vano, che l'Impero Tedesco e quello Austro-Ungarico fecero per rimediare al problema della mancanza di risorse:

"«Ha letto sui giornali di stamattina che i tedeschi hanno preso Bucarest?»
Gus annuì. La Romania aveva dichiarato guerra in agosto e per qualche tempo i britannici si erano illusi che il nuovo alleato potesse sferrare un forte colpo; invece la Germania l'aveva invasa a settembre e adesso la capitale era caduta. «In effetti la situazione si è risolta in modo positivo per la Germania, che ora può contare sul petrolio rumeno.»"
(XXI Capitolo, Parte III)

"[...]Riteneva che il pericolo peggiore per la Germania fosse rappresentato dagli Stati Uniti. I tedeschi avrebbero dovuto prefiggersi lo scopo prioritario di tenerli fuori dalla guerra, ma era pur vero che la Germania veniva ridotta alla fame dal blocco navale posto dall'Intesa. Peraltro, i russi non potevano resistere a lungo: non appena fossero capitolati, la Germania avrebbe invaso le ricche regioni occidentali e meridionali dell'impero russo, con i loro sterminati campi di grano e gli inesauribili pozzi di petrolio; allora l'intero esercito tedesco sarebbe stato in grado di concentrarsi sul fronte occidentale. Era la sola speranza." (XXII Capitolo, Parte I)

(continua)
  

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